Via Libertà, 55
37047 SAN BONIFACIO
VERONA
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Biografia
Pittore autodidatta, risiede a San Bonifacio, in via Libertà n. 55. Ha iniziato ad esporre i suoi lavori agli inizi degli anni ottanta, partecipando alle iniziative artistiche locali fra cui si ricordano le rassegne SAMBONIFACIOARTE. La prima mostra personale è del febbraio 1991 presso il Centro Sociale di Prova. Nel corso degli anni ha partecipato a numerose mostre e concorsi in ambito provinciale veronese ed extra-provinciale, conseguendo premi e riconoscimenti. Fra queste, le più significative: la partecipazione con segnalazione al concorso nazionale “Arte Mondadori” nelle edizioni 1994 e 1998, la partecipazione all’ “Arte Fiera di Padova”, “Arte a Pordenone”, “Artefiera Forlì” e “Venturina in Arte” nell’ anno 2001 su proposta della Galleria “Contatto” di Mestre, le mostre personali presso la “Galleria Modiglioni” di Milano (2002), la Galleria “Contatto” di Mestre (2002) e la “Galerie Bertrand Kass” di Innsbruck (2002), la personale presso la “Serenissima Accademia Veneta” di Vicenza (2003), la personale presso lo “Studio C” di Piacenza. Sue opere sono esposte in permanenza presso le gallerie: “Contatto” di Mestre, “Galerie Bertrand Kass” di Innsbruck e galleria “Perriarte” di Campobasso.
Presentazione critica
“Colori fluorescenti come le pozze di benzina sull’asfalto. Il verde minerale, il viola delle bacche, il rosa shocking per vette golose come coni di gelato. Blu e gialli si sposano in linee sinuosidali di un ghiacciaio psichedelico che sta pigramente scivolando a valle. Tonalità limpidissime come l’aria a due passi dal cielo. Il segno è abile, fluido, arrendevole modulato; la gestualità morbida, come seguisse il battito di un’onda”. (Vera Meneguzzo, 1992)
“Questo lembo di inimitabile paesaggio veronese, si esibisce come lontana e sfumata presenza di una naturalità che lui sa definire nei suoi quadri grazie all’intervento attivo di una pennellata, “galante nell’omaggio di luce”, che si concede ai luoghi della pacificazione dello spirito”. (Giorgio Trevisan, 1994)
“Ognuno di questi artisti ha certamente in sè, un bagaglio di ispirazioni, ma è anche capace di inaspettate originalità, tanto più difficili a raggiungere, quanto più il tema è abusato. Albertini per la sua spudoratezza coloristica, per l’ accostamento che pare stridere fra i verdi bandierea e i rosa e azzurro fiocco-pupo. Eppure in questo azzardo, in questo accostarsi che pare urlare vendetta al buon gusto, nascono tele di straordinario incanto, dove la Lessinia perde contorni geografici e toponomastici e diventa il paese dove vanno ad ancorarsi le nuvole del sogno”. (Vera Meneguzzo, 1995)
“Ha davvero il piglio di un forte illustratore, nel senso che impagina i paesaggi lessinici con una sicurezza inusuale, usando colori puri, quasi costruendo paesaggi di fiaba, dove gli alberi assumono il ruolo di puri volumi aggettanti dalla tela, e le colline diventano onde ordinate che scandiscono lo spazio”. (Francesco Bletzo, 1995)