Via Mantovane, 102
37047 SAN BONIFACIO (VERONA)
Telefono: 045 7660650
Email: carradore.vittorio@tiscali.it
Sito web:
Biografia
Formatosi inizialmente come autodidatta, ha frequentato poi i corsi liberi presso l’ Accademia Cignaroli di Verona sotto l’insegnamento di Patuzzi. Risiede e lavora a San Bonifacio, in via Mantovane n. 102. Agli inizi degli anni 80 risalgono le sue prime mostre personali in ambito locale fino alla prima mostra di un certo rilievo nel 1990.
A partire dagli anni 90 ha partecipato a diverse rassegne e concorsi non solo in ambito provinciale veronese ed extra-provinciale, conseguendo premi e riconoscimenti. Fra queste, le più significative: la Collettiva Palazzo Affari di Firenze (1994), la Collettiva Galleria d’ Arte “Maison Fleur” di Courmayeur (1995), la personale alla Galleria “Studio D’Arte” a Venezia (1996), il primo premio al Concorso interregionale Comune di Bussolengo (1997), il concorso internazionale di pittura e scultura “Etruriarte8” di Piombino (1997) ove si è classificato al decimo posto, il quarto premio conseguito alla 2^ Edizione del premio di pittura Carlo Dalla Zorza presso la Galleria “Ponte Rosso” di Milano (1997), la Mostra personale presso la Galleria “Officina dell’ Arte” di Verona (1998), l’ invito alla selezione “Arte Europa” a Parma (2000), il secondo premio alla 3^ Edizione del premio di pittura Carlo Dalla Zorza presso la Galleria “Ponte Rosso” di Milano, la collettiva Gallery Lido Pretty Beach a Sydney in Australia, la partecipazione ad “Arte 2000” di Padova e alla 21^ Expo Arte di Bari, la collettiva alla Galleria “Rettori Trebbio 2” di Trieste (2001), la collettiva Museo di Selkuk Biblioteca di Celso Efeso in Turchia (2001), la personale alla Galleria “Officina dell’ Arte” di Verona (2001), la rassegna “Artisti Italiani a Parigi” (2002), la mostra alla Galleria “Esprit” a Lecce (2003).
Presentazione critica
“Ogni pezzatura, alla Gino Rossi, è sottolineata da un segno. Il che conferisce alle forme una plasticità cosi evidente da farle sentire vitali. Le foglie dal nucleo verde vibrano contornate da un raggio di sole. I covoni, grevi di luce, sono enormi lecca-lecca conficcati nei campi. I prati scendono squadrati sul precipitare disuguale della collina. Una composizione sempre estremamente accurata, in cui nessun segno è affidato al caso e nella quale si concerta una singolare planimetria in verticale” (Vera Meneguzzo, 1992)
“Più immediate, si esibiscono le incursioni visive e pittoriche compiute da Vittorio Carradore, il cui amore per la Lessinia si materializza in “scremate nature morte coi rossi melograni immersi in un clima di chiarore completo e forse di sogno”. (Giorgio Trevisan, 1994)
“L’architettura è data dagli alberi in primo piano, anche se uno in particolare sembra appeso. E’ tanta la ricchezza del colore, soprattutto dei verdi, che vanno ad incontrare in alto, o a richiamare, i bianchi del cielo, anche nel senso della funzione luminosa totale, che si espande così dappertutto inoltre allargando la visione, come il quadro fosse invece molto esteso, ed è invece un risultato pittorico”. (Alessandro Mozzambani, 1995)
“Sembra condurre la sua ricerca nell’ambito di climi viennesi, usando un disegno grosso e fortemente evocativo fatto con il carboncino sullo sfondo e riempendo poi gli spazi ritagliati sulla tela con macchie e velature totalmente astratte, che però si ricompongono in immagini naturalistiche, piene di aria e di atmosfera” (Francesco Bletzo, 1995)