Via IV Novembre, 6
37032 MONTEFORTE D’ALPONE
VERONA
Telefono: 045-7611905
Fax:
Email: cinzia.contin@alice.it
Sito web: www.cinziacontin-artstudio.it
Biografia
Cinzia Contin nasce a Verona nel 1966.
Laureata in Farmacia, risiede a Monteforte d’Alpone (VR) dove vive e lavora come farmacista..
Da sempre appassionata d’arte, comincia ad interessarsi di pittura ed a produrre le prime tele a metà degli anni ’90 passando dallo stile classico all’impressionismo, dallo stile fauvista al macchiaiolo con disinvoltura e padronanza della tecnica ad olio..
Tra il 2004 e il 2005 frequenta la Bottega d’Arte del Maestro Francesco Menegazzi dove, sotto la sua guida, affina la tecnica e comincia il suo percorso creativo personale. .
Sono dello stesso periodo le prime uscite in pubblico in vari concorsi, collettive ed estemporanee, dove ottiene premi e riconoscimenti. .
Tra queste il 12°concorso di pittura Angiari (VR), dell’Associazione Culturale “I Ponti” nel 2005, dove viene premiata dal pittore Charlie per il quadro intitolato “Le Barbare” – secondo premio con acquisizione dell’opera da parte della Cassa di Risparmio di Angiari – e l’estemporanea di San Pietro di Morubio (VR) sempre nel 2005 , su invito del pittore Charlie, assieme a grandi maestri della pittura veneta.
Presentazione critica
“Scrivere su Cinzia Contin pittrice significa addentrarsi, con brevi flash, nell’ampio panorama dell’arte contemporanea. Le sue composizioni floreali lasciano trasparire, oltre al talento, anche una innegabile passione di intima bellezza. Ispirata dai grandi vedutisti veneziani, Cinzia rivisita il passato traducendolo in chiave “moderna”. Colori confusi con il cielo si aggrappano all’umidità delle calli, diventano ocra per poi pian piano imbrunire e confondersi, scuri, nel ribollir delle onde verso l’infinità del mare. Ancora porti, spiagge, e la luce si staglia sulle vele strappate dal vento al “realismo e verismo” della pittura italiana dell’Ottocento.
… pescatori, il golfo, il Vesuvio…
Con estrema sensibilità pittorica, Cinzia Contin, lascia rimbalzare i pennelli in altre epoche e stili diversi, dai macchiaioli all’impressionismo; studia Seraut, Cezanne, Morandi e ci lascia aperto un diario scritto attraverso l’eterno fascino della pittura”. (Charlie, 30 giugno 2011)
“Riflessioni sulla pittura di Cinzia Contin
Cinzia Contin può entrare a pieno titolo nel consesso degli artisti ormai affermati. Il suo annoso iter
operativo è passato dalla sperimentazione, sulla scia dei grandi nomi del passato, ad interpretazioni
più moderne in fatto di arte. Tutto questo le ha consentito di acquisire l’indispensabile dimestichezza
nell’uso appropriato del segno e del colore, ed inoltre di poter contare su quella obiettività
suggeritale da un maturato indirizzo critico. Sono questi i fattori che le consentono di mediare fra le
tante filosofie interpretative che si sono succedute e tuttora si succedono, in campo pittorico ed
artistico in generale. Si trova così in condizione di effettuare pragmaticamente quella sintesi che le
permette di perseverare nella ricerca di una propria autenticità e che la rende idonea ad apportare
nuovo humus nel settore della pittura, ormai tanto sfruttato in fatto di nuove idee.
Le sue notevoli potenzialità figurative, alimentate dalla passione, dal fascino che esercitano su di lei
segno e colore, dall’amore verso la natura in tutte le sue manifestazioni e particolarmente, per
l’uomo. Uomo che con la stessa natura condivide emotivamente le stagioni con i loro alti e bassi.
La forte spinta creatrice e la particolare attitudine alla pittura la inducono ad esternare
figurativamente i propri sentimenti e le proprie intuizioni rendendone partecipi gli osservatori delle
sue opere. Può così passare dalla paesaggistica alla natura morta e da animate scene di vita, al
cimento comparativo con le opere dei grandi nomi antichi e moderni.
Ogni sua creazione rappresenta un vettore per esprimere al di fuori ogni di ogni atteggiamento
retorico, quella carica di romanticismo latente di cui è permeato il suo animo; romanticismo che per
imporsi deve lottare contro le convenzioni, il razionalismo critico ed il rassegnato pragmatismo al
quale la vita ci obbliga. Ne esce comunque a testa alta, forte del suo entusiasmo, del suo ardire nello
spaziare fra più generi pittorici e dalla esperienza acquisita proponendosi al pubblico.
E’ chiaro
comunque che l’esposizione costante delle proprie opere, particolarmente in sedi prestigiose, è
indispensabile, sia per raccogliere consensi che per studiare le reazioni dei fruitori.
Nature morte nelle quali si alterna un verismo toccante ad esecuzioni improntate secondo una
chiave moderna piuttosto essenziale, nelle quali l’autrice tende più al concetto che ad una scontata
perfezione mimetica. Paesaggi campestri dove prevale la forza del colore, tanto da esprimere in
modo irruente un flash emotivo che resta radicato nel ricordo di un momento particolare. Ed ancora
edifici rustici, scorci cittadini e l’animazione dei mercati dove viene reso alla perfezione il senso di
una vita pulsante. E marine popolate da una folla di piccole imbarcazioni dalle vele brillanti, che
fanno da sfondo alle allegre vicende dei bagnanti. E tanti bambini che giocando riportano il
pensiero alla nostra fanciullezza spensierata non certo presaga delle tante incognite che riservava la
vita futura.
Sono tante atmosfere d’incanto che trascinano la realtà verso il sogno e verso ricordi nostalgici che
inducono un senso di quasi impalpabile rimpianto, e che i dipinti di Cinzia non mancano di riportare
alla memoria.
Nelle sue opere, realismo, verismo e talvolta le necessità mimetiche sono in eterna
lotta con il sempre presente bisogno metafisico e con la necessità di volare verso orizzonti più
lontani. Obiettivi che l’autrice, ormai in possesso di una collaudata abilità tecnica e di notevole
esperienza, riesce sempre a raggiungere”.
(Ottavio Borghi – ottobre 2012)