Via Lumiago, 1/B – Azzago
37023 GREZZANA
VERONA
Telefono: 045980382
Email: annamaria.grisi@libero.it
Biografia:
Nata a Tregnago il 02-11-1957 , ha iniziato a dipingere come autodidatta su vetro, nella realizzazione di oggetti per la casa (vetrate, specchi, ecc.).
Ha frequentato dei corsi di ceramica e nel 2000 ha iniziato a dipingere a olio prendendo lezioni dall’artista Odilla Zanella, seguendo l’idea della pittura immediata, spontanea e del sentimento.
Dal 2004 presso l’Accademia Belle Arti Cignaroli ha frequentato vari corsi liberi: disegno anatomico, scultura, affresco.
Nel 2001 ha realizzato una vetrata (h 220×130 cm) con lunetta nella Pieve di Santa Maria Assunta di Montorio, raffigurante la Madonna Assunta con 2 angeli, e il rifacimento di altre vetrate antiche nella stessa chiesa.
Nel 2010 ha realizzato il vetro (h 140×50 cm) nella chiesa dei Finetti di Tregnago con l’immagine di S. Paolino Vescovo di Nola, protettore dei campanari.
Ha esposto in parecchie collettive con il circolo Artisti di Grezzana:dal 1998 al 2000 a Bodenheim in Germania; nel2008, 2009, 2010, 2011 all’Arsenale di Verona; nel 2012, 2013 in sala Birolli di Verona e in numerose rassegne “Arte in Piazza” a Grezzana.
Ha allestito alcune personali: nel 1999 in Villa Arrighi di Montorio, nel 2000 e 2001 a Cerro Veronese, a Bosco Chiesanuova e ai Finetti di Tregnago.
Due opere sono nella collezione di Villa Arvedi (ritratto del conte Arvedi Ottavio e Bertani Alda). Durante il mio percorso artistico ho ricevuto diversi riconoscimenti:
3° Premio Festa Grande Santa Viola nell’ agosto 2003;
1° Premio al concoso di Marzana nel giugno 2004;
2° Premio al concorso di Velo Veronese nell’agosto 2004;
3° Premio al concorso nazionale di Castelrotto (Parona) nell’aprile 2008;
2° Premio al concoso di Velo Veronese nell’agosto 2008;
1° Premio al concorso di Castelrotto (Parona) nell’aprile 2009;
2° Premio all’estemporanea di Rovere Veronese nel luglio 2009;
2° Premio al concorso di Velo Veronese nell’agosto 2010;
2° Premio all’estemporanea di S. Viola nell’agosto 2010;
3° Premio all’estemporanea di Dolcè nel settembre 2010;
2° Premio al concorso di Castelrotto (Parona) nell’aprile 2011;
2° Premio al concorso S.Viola nell’agosto 2011;
3° Premio al concorso di Castelrotto nell’aprile 2012;
3° Premio al concorso ”Borghi di Pietra” a Cavalo di Valpolicella dicembre 2013.
Nel maggio 2008 la sua pittura è stata recensita dalla giornalista d’arte Roberta Tosi.
Presentazione critica
Dal quaderno culturale n. 35 – 2012 “LA LESSINIA- IERI OGGI DOMANI”:
“Ad un pittore che vive in lessinia, viene quasi naturale esprimere con le cromie l’aria che respira e i colori della terra che lo ospita. E’ questo quel tocco essenziale che ben inquadra la pittura di Annamaria Grisi, artista di spazi pittorici che raccontano le lunghe vedute e le storiche architetture della Lessinia collinare. Allieva di Odilla Zanella, una delle più versatili artiste dell’area veronese, la pittrice di Grezzana giocando con colori caldi e pastosi descrive quegli angoli dell’altipiano dove le contrade sembrano impastare silenzi colorati e cogliere sfumature cromatiche.
Nelle sue opere si evince quella matericità compositiva che sempre distingue il suo racconto, talvolta larvatamente appuntato allo stilema di Vittorio Carradore, ottimo artista dell’area vicentina. Dopo lo studio dei maestri che l’hanno ispirata , la Grisi ha trovato con grande impegno e caparbietà la sua capacità espressiva e un fraseggio pittorico che coagula in emozioni pregne di calde cromie.
Nella sua pittura “en plain air” sembra cogliere quei sereni orizzonti e i luminosi cieli che chiudono le realtà pittoriche offerte dai paesaggi.
La spiritualità dei suoi ritratti con una coloristica consona al soggetto rappresentato, coglie quegli attimi essenziali che definiscono la personalità dei suoi soggetti carichi di patos. La pittrice raccoglie, definendo in un esito poetico, i caratteri salienti dei suoi protagonisti.
La sua capacità artistica si estende anche alla decorazione e soprattutto alla realizzazione di vetrate tra le quali è da annoverare la bella vetrata con lunetta della Pieve di Santa Maria Assunta di Montorio. Diverse soddisfazioni attraverso premi e riconoscimenti sino ad ora avvallano la volontà e la dedizione alla pittura della nostra autrice, che ha esposto in numerose collettive con il circolo Artisti di Grezzana”. (Carlo Caporal)
“Originale la ricerca compositiva che parte dall’uso del colore per arrivare ad aggiungere tessuti e materiali che danno alle opere interessanti effetti dimensionali e le impreziosiscono di cromatismi e motivi decorativi che la pittura da sola non saprebbe esprimere. Sia nelle splendide poltrone che nelle Madonne e nelle altre figure femminili l’effetto finale resta ancorato, con punta di nostalgia, ad un “gusto del bello” passato, oggi forse perduto”.
IL TEMPO E LA MEMORIA.
L’eclettismo artistico di Annamaria Grisi
“Cosa nasconda veramente un’opera d’arte solo l’artista lo sa veramente. Possiamo sforzarci di immaginare, possiamo dialogare per giornate intere con l’autore, possiamo aver vissuto persino alcune delle fasi di nascita di una sua opera ma… rimarranno sempre segrete o quantomeno non trasmissibili quelle sensazioni e quelle emozioni che guidano la mano di chi crea, restituendo a noi l’immagine di una figura, di un paesaggio, di una natura morta. Con Annamaria Grisi questo mistero, che diventa sin da subito fascino, è ancora più celato, ancora più racchiuso in uno scrigno di ricordi difficilmente rivelabili.
Creare innanzitutto per se stessi, fuggendo ogni possibile omologazione, è tra gli istinti che muovono ogni bravo artista. Si distingue chi, in una moltitudine, riesce a raccontare un’emozione con la genuinità e la serenità di chi ha trovato un proprio modo di espressione per donare un po’ di sè in maniera autentica, senza artifici.
Poco importano, a questo punto, gli insegnamenti accademici – tra l’altro Annamaria è autodidatta, pur avendo seguito corsi all’Accademia Cignaroli ed essendosi confrontata con rinomati artisti del territorio – perché tutto è surclassato da un desiderio di libertà e immediatezza che conferisce alle sue opere un carattere energico e al contempo delicato. E se dagli insegnamenti l’artista prende a prestito la composizione e il rispetto per il colore, è solo l’esperienza che la conduce a essere se stessa, a ritagliarsi quello spazio (che è decisamente uno spazio importante) nel panorama dell’arte contemporanea veronese.
Semplicità, si diceva. Prima di tutto, semplicità! E in Annamaria, la semplicità si accosta a contenuti profondi, a strati di ricordi del passato che emergono con poesia. La traccia della sua arte, che diventa ricordo del tempo proiettato nel futuro, affonda le radici nella memoria personale. Con abilità Annamaria ritaglia abiti e stoffe di remota memoria, tratte da armadi e bauli, tessuti impregnati di ricordi, per poi incollarli sulla tela: opere polimateriche dal fascino significativo. Ecco perché, pur palesando un riferimento a Enrico Baj, osservando la “nostra” artista, a questa prima lettura, si aggiunge il valore della memoria, un valore aggiunto all’applicazione artistica: la rivincita sul tempo che scorre. Nelle opere degli ultimi anni, abbandonato – o quasi – il paesaggio e la raffigurazione a olio, l’artista si dedica alla rappresentazione di soggetti e oggetti che sono parte del suo percorso umano. Sono volti, nature morte e studi presi a prestito dai maestri del Rinascimento come pure raffigurazioni di sedie e poltrone che si arricchiscono, oltre che del colore, anche della materia. Basta ammirare opere come “La mia sedia”, realizzata con ritagli di suoi vestiti, della madre, della suocera, e di altri che in quella sedia hanno riposato, per comprendere quanto mente e cuore muovano questo racconto. Le stesse applicazioni, finemente accostate, raccontano anche volti di persone del paese, soggetti e figure che fanno parte del quotidiano dell’artista.
Possiamo sapere di chi era quel frammento di vestito, di tovaglia e di stoffa che compone l’opera d’arte ma non possiamo sapere cosa realmente suscita nell’artista quello stesso brandello. Risate, gioie, angosce, dolori, momenti vivi e lucidi nella memoria ma anche ricordi annebbiati che combattono il tempo per riemergere dall’arte.
E l’arte è proprio questo: è la sintesi delle emozioni, anche di quelle che non si riescono a raccontare e ad esprimere a voce. È la capacità di trasferire se stessi e di raccontarsi silenziosamente, tanto il medium in questo caso non è la voce ma l’immagine. E il tocco di Annamaria Grisi, grazie all’utilizzo di elementi altrimenti destinati a essere perduti, diventa valore per l’altro scopo dell’arte: lasciare un segno. E, in questo caso, tempo passato, presente e futuro diventano permanente memoria. Con semplicità, schiettezza e con la purezza genuina e nobile dell’artista. Dell’artista vero”. (Federico Martinelli)