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VERONA
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Sito web: www.eniolonardoni.it
Biografia
Enio Lonardoni matura giovanissimo l’interesse per la pittura e sotto la guida del maestro pittore Gino Zorzi da Mezzane, suo concittadino, acquisisce l’amore per il paesaggio e l’uso del colore nelle varie forme più suggestive. Già nel 1963, non ancora diciottenne, fa parte del Centro Artistico Nazionale -Trieste, quale socio artista, con cui ha partecipato a numerose mostre collettive in varie città d’Italia ed Jugoslavia, ottenendo importanti riconoscimenti. Ha frequentato corsi liberi presso l’Accademia di Belle Arti Cignaroli di Verona, la Scuola di Pittura “Fondo Nominativo Aldo Tavella”, diretta dal Prof. Gianni Lollis e la Scuola Permanente dal vero, diretta dal Prof. Giorgio Grumini. Fa parte del “Gruppo Amici dell’Arte Antonio Nardi”.
Presentazione critica
“Enio Lonardoni matura giovanissimo l’interesse per la pittura e nei suoi quadri spiccano immediatamente l’amore per i luoghi della sua terra e un sapiente uso dei colori. E sono proprio i colori la prima cosa che si nota delle tele del Lonardoni: brillanti, vivi, pieni di gioia, o pacati, romantici, riflessivi a seconda del soggetto ritratto, capaci di trasmettere l’atmosfera che il pittore desidera. In ogni sua opera si avverte un’arte che nasce da amore per la pittura e la propria terra, ma che è stata anche forgiata dall’esperienza”.
(Davide Galati)
“La pittura del Lonardoni è una pittura spontanea, fresca, immediata con tonalità calde e luminose che esprime piacevoli sensazioni cromatiche. Il colore prevale sul disegno ed il colore e la luce conferiscono sostanza alla sua pittura. Di propensione maggiormente paesaggistica il Lonardoni riesce ad estrarre anche da scorci all’apparenza insignificanti angoli luminosi di apprezzabile liricità che dimostrano una innata vena artistica e la maturità raggiunta nell’accostamento dei colori e nella scelta prospettica delle sue opere”.
(Giampaolo Brussolo)
“Enio Lonardoni sfida l’immagine utilizzando la spatola come strumento che permette una scomposizione della materia nell’immediato. La visione si fa in questo caso poetica e cerca, nell’evanescente incompiutezza della forma, una diversa percezione della luce: La spatola fende il colore e lo obbliga ad una ricomposizione percettiva che si nutre di emozioni. Stimolato da opere Impressioniste, Lonardoni introduce nella percezione di luoghi consueti della città, l’elemento di precarietà dell’istante noto a questi artisti. Verona con i suoi “magici punti di vista” diventa il soggetto di maggiore interesse che permette di cogliere gli innumerevoli attimi di questa città”.
(Nadia Melotti)