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37038 SOAVE
VERONA
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Biografia
Diplomata presso il Liceo Artistico di Venezia, Dialma Seno Martello è stata insegnante di Educazione Artistica fino al giugno del 1994.
Ha esposto in collettive e personali con opere di pittura, grafica e scultura.
Ha partecipato a concorsi di scultura su legno in Italia e all’estero. Ama lavorare, oltre al legno, pietra e terracotta. Ha realizzato, in ferro e acciaio, un monumento “al Donatore” per la città di Soave.
(Dialma Seno Martello graduated from the art school of Venice. She was an art teacher until June 1994.
Her art work including painting, sculptures and graphic art, WaS shown in severa! exhibitions both in Italy and abroad. She loves working with wood, stone and clay.. She created the monument “AI donatore” do the donar) in the cifr f[ Soave (VR) using iron and stee!.)
Partecipazioni
– 1986, ‘87, ‘88, ‘89, ‘91 (secondo premio), ‘94 (primo premio), concorso internazionale di scultura su legno ad Asiago (VI) 1989, ‘90, ‘91, ‘92, ‘93, (primo premio del pubblico) ‘94, concorso internazionale di scultura su legno ad Auronzo di Cadore
-1990 (premio del pubblico) concorso internazionale di scultura su legno a Cortina D’Ampezzo
-1991 (premio dei giovani), ‘93 (primo premio), ‘96, concorso di scultura su legno a S. Pierre de Chartreuse (Francia)
-1991, ‘92, ‘94 (premio della giuria per la migliore espressione artistica), ‘95, concorso internazionale di scultura su legno a Belluno
-1993 (primo premio), ‘94 (terzo premio), ‘95 (secondo premio) concorso internazionale di scultura su legno a Motta di Livenza
-1994, ‘95, concorso di scultura in legno a Thiene (VI)
-1995 concorso internazionale di scultura in legno a Recoaro Terme (VI)
-1996 concorso internazionale di scultura in legno a St. Blasien (Ger¬mania), a S. Pierre de Chartrause (Francia), a Lavarone (Trento), a Motta Di Livenza (Treviso), a Belluno (premio F.D.A.P.A.)
-1996 realizzazione del “Monumento al Donatore” a Soave (VR)
-1997 concorso internazionale di scultura in legno a Recoaro (VI), Sestriere (TO), Asiago (VI), Vittorio Veneto (TV)
-1998 concorso internazionale Golfo dell’Asinara (Sardegna)
-1999 concorso internazionale Bibione (Venezia), concorso internazionale Sattenford (Austria)
-2000 concorso internazionale Bibione (Venezia), secondo premio concorso internazionale Auronzo di Cadore (Belluno) concorso internazionale Ponte delle Alpi (Belluno)
-2001 concorso internazionale sculture in legno, Ponte delle Alpi (BL), S. Vigilio di Marebbe (BZ) (premio del pubblico)
-2002 concorso internazionale sculture in legno, Bibione (VE) (2° premio), S.a.g.l. . di Marebbe (BZ), Recoaro Terme (VI), Castel Tesino (TN), Asiago (VI)
-2002 esecuzione pannello Ufficio Turistico (l.A.T.) a Soave (VR)
-2003 concorso a Coredo (TR) (primo premio)
-2004 esecuzione stemmi araldici in legno per l’arredo della torre di Ezzelino Montagnana (PD)
-2005 Ponte delle Alpi (BL), St. Blasien (Germania)
-2006 Ponte delle Alpi (BL), Sappada (BL), Cordignano (TV)
-2007 Auronzo di Cadore (BL), Cortina d’Ampezzo (BL)
Presentazione critica
Nella scultura di Dialma Seno convivono varie equivalenze. La valorizzazione degli elementi plastici e la vigoria del gesto, il recupero dell’arcaicità e il suo inserimento nella contemporaneità, l’intelligibilità del soggetto e il suo mistero.
Selezionata la scelta dei materiali, perché la loro diversa consistenza è parte rimarchevole nella frase fatta di non parole che l’artista desidera comunicare.
Il legno naturale, povero e scabro che la scultrice rende levigato e glorioso come un marmo, e irregolare nelle sue venture e nelle sue nodosità stimolanti ad un utilizzo di espressività.
La terracotta, ruvida e “calda”, indicativa della pressione dei polpastrelli che porta all’ immediatezza della fatica di plasmare il pensiero iniziale in oggetto visibile da esplorare con attenzione in ogni avvallamento e curva. L’acciaio che non ha solo ruolo di supporto, ma è componente indispensabile all’efficacia della scultura stessa.
Dialma Seno vi lavora con gli usuali strumenti di questa difficile arte, ma ne sa trarre opere che, per l’argomento e per il carattere, evidenziano uno stile autonomo che dalla scultura storicizzata prende solo il tocco di qualità per poi liberare una inventiva ricca di intonazioni e di sfumature.
Spesso, nei lavori lignei, coniuga masse semigeometriche trasversali con fogge anatomiche che sembrano forzare le sbarre di una prigionia.
Come nella donna dì “Ottusi legami” che, forte delle sue capacità, con passo deciso, capelli nel vento e il drappo della sua indipendenza stretto in pugno, cerca di uscire allo scoperto, fuori dalla costrittiva protezione del focolare domestico, e dalla morsa delle convenzioni sociali che, in parte, ancora la relegano in un ruolo secondario. Come nella “Mano” nervosa che entra sotto la superficie delle cose, curiosa di sapere, e di conoscerne i molteplici perché. Si avverte la determinazione a trovare una consapevolezza svincolata da preconcetti, desiderosa di costruire idee proprie da far valere al di là degli schemi. In legno e acciaio, l’opera “Felice prigioniera” presenta un viso femminile assorto (occhi socchiusi e labbra serrate), circondato da una specie di ali agganciate alle inferriate di una gabbia. Un volo che è metafora dei sogni di una creatività che rende schiavi ma completamente appagati dall’infinità della fantasia di un territorio privilegiato.
Nella maschera “Il bambino che c’è in te”, un volto da adulto squarciato in un doppio piano, per fare intravedere non solo i lineamenti ma anche la fresca spontaneità e la voglia di fiaba dell’infanzia che non dovrebbero mai scomparire con il trascorrere degli anni.
Nella terracotta, la scultrice preferisce il tema del sacro reso in un tuttotondo di grande forza persuasiva nelle sue commoventi “Natività”.
Ma si affida ancora al bassorilievo per i “Crocifissi” incorporati nella struttura della Croce, che esprimono sia il dolore della morte, sia il trionfo della resurrezione. Una ambivalenza che rende ancora più risonante il grido della speranza. (Vera Meneguzzo)