Via Piubello
37047 SAN BONIFACIO
VERONA
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Biografia
Giorgio Suppo è piemontese, ma vive in Veneto da molto tempo, imprenditore nel settore informatico per il commercio, è pittore per vocazione, passione coltivata sin da ragazzo; ha sempre disegnato e dipinto, ha frequentato corsi di tecnica pittorica e di studio della storia dell’Arte della quale è un profondo conoscitore.
Ha iniziato presto ad esporre le Sue opere a Vercelli e a Novara ed in alcuni centri della Valsesia dove è cresciuto.
Agli inizi – e per molto tempo – la sua pittura è stata eminentemente figurativa caratterizzata da un disegno forte ed incisivo con larghe campiture di colore.
Nel 1960 si trasferisce a Verona iniziando l’attività lavorativa nel settore dove tutt’ora opera. Qui ha modo di conoscere e frequentare i pittori veronesi più conosciuti all’epoca: Albertini, Degani, Magrinelli, Zoppi, Salazzari, Sacchetti, Dorigatti e vari altri che all’epoca amavano riunirsi al “Campidoglio” storica osteria Veronese dove la “congrega”” pittorica si confrontava in animate discussioni a non finire su tutto lo scibile dell’Arte: paragoni sulle varie correnti pittoriche con opinioni spesso divergenti, critiche positive e non su altri pittori, su esposizioni in atto e pareri spesso discordanti sulle recensioni dei critici d’Arte.
Tutto questo spesso sino a notte inoltrata tra un buon bicchiere di vino accompagnato a sfiziosi bocconcini, per riprendere il giorno dopo…
Tra i pittori, il nostro (che era il più giovane di tutto il gruppo e quindi molto interessato a “succhiare” tutto il possibile dall’esperienza di quelli che riconosceva come “maestri”) si lega di particolare amicizia con Quirino Sacchetti (oltre che pittore, finissimo poeta) e Renato Dorigatti con il quale si accorda per condividere lo studio dello stesso in Via Emilei nel quale lavorerà per un certo periodo, affinando la propria personale tecnica.
Con lo stesso Dorigatti esporrà in 3 occasioni (nel 1964, 1965, 1966) in gallerie all’epoca operanti nel centro di Verona: Ghelfi in Via Roma ed un’altra galleria in Via Diaz; esposizioni dal buon successo di pubblico e di critica; G.S. ottiene consensi in particolare con opere realizzate con inchiostri di china con temi basati soprattutto sui “luoghi del lavoro”: cave, depositi di auto in demolizione, capannoni, periferie industriali.
Nel 1966 si sposa con Valeria veronese doc e nel 1968 si trasferisce a Udine per motivi di lavoro con la famiglia – nel 1967 era “arrivata” la figlia Stefania- e qui determinato sempre ad aumentare ed allargare le conoscenze nel mondo dell’ Arte, ha modo, e la fortuna di conoscere Zigaina, i notissimi fratelli Afro e Mirko Basaldella e Celiberti; in particolare con Giorgio Celiberti stabilisce un rapporto di amicizia e un proficuo scambio di reciproche esperienze.
In quegl’anni espone alla galleria del Girasole a Udine ed espone in varie collettive su invito a Udine e Trieste.
Nel frattempo (1970) la famiglia cresce con la nascita del figlio Luca.
Nel 1976- dopo il catastrofico terremoto del Friuli -ritorna in Veneto seguendo la Sua attività lavorativa e si stabilisce a San Bonifacio dove tutt’ora risiede (purtroppo nel 2002 scompare prematuramente sua moglie Valeria lasciando un vuoto incolmabile).
Presentazione critica
Il pittore e la Sua opera
Nel panorama variegato e contradditorio dell’Arte moderna dove la confusione regna sovrana, tra installazioni con l’utilizzo dei più disparati oggetti di uso comune (legioni di pallidi imitatori, fuori tempo massimo, di Marcel Duchamp che nel lontano 1917 “espose” un orinatoio!!) spesso malconci e usatissimi (a tale proposito è arduo capire quale significato artistico possa avere una vecchia bicicletta scassata e arrugginita o un gregge di pecore belanti esposte alla contemplazione del pubblico!!?) oppure foto ampiamente ritoccate utilizzando programmi informatici, photo shop e via di questo passo, tutto questo andazzo alimenta il fondato sospetto che i presunti artisti non sappiano ne dipingere ne tanto meno disegnare, ma furbescamente cercano di inserirsi in un settore di presunta avanguardia dominato da soloni della critica incensatori del diverso ad ogni costo!! Tutto questo ad ogni modo nulla ha a che fare con la pittura. Ma sicuramente contribuisce ad aumentare lo sconcerto nella stragrande maggioranza degli appassionati dell’arte pittorica, erede – sia pure con evoluzioni e/o rivoluzioni avvenute negli ultimi 100 anni, ma sempre nell’ambito della pittura, quali: impressionismo, futurismo, cubismo, astrattismo, surrealismo ecc.- della nostra millenaria tradizione che i nostri straordinari pittori del passato hanno contribuito con le loro opere a creare il più grande patrimonio pittorico al mondo!!
Giorgio Suppo orgogliosamente rivendica di esser un pittore a tutti gli effetti; con il passare del tempo la Sua pittura si è orientata, dalle origini figurative, sempre di più verso un’ astrattismo dal segno spezzato e sofferto con una continua evoluzione verso una costruzione di simboli e segni personali, “puzzle” che assemblano frammenti di vita in un insieme armonico e compiuto con un solido impianto coloristico dal quale emerge spesso un’eco terragna dell’amata Valsesia; creando un Suo linguaggio personale e non facilmente confrontabile con altri artisti informali; la Sua opera non si è mai piegata ad esigenze di vendita ad ogni costo, e tanto meno ad imposizioni di tipo commerciali da parte di galleristi, ha sempre solo dipinto quello che più gli aggrada in totale libertà e onestà intellettuale.
Il Suo mondo pittorico si basa su una pittura di impulso, il cuore collegato al pensiero e alla mano che realizza sino a creare l’attuale ciclo pittorico della umana avventura; predilige la tempera a volte utilizzata in simbiosi con inchiostri di china e acrilico su supporti di cartone cotonato che gli consentono trasparenze e sovrapposizioni difficilmente ottenibili con altre tecniche. La Sua tavolozza à ampia e diversificata e spazia in una gamma amplissima di cromatismi dei toni brillanti e accesi, il nostro coltiva la speranza che le Sue opere possano suscitare emozioni positive e di gradimento estetico; traguardo che si è posto da sempre.
Sue opere sono presenti in numerose collezioni private particolarmente in Italia e in Croazia dove tra l’altro sono esposte in vari noti ristoranti della costa Istriana. ( M. Lissolo)