Quinzano Veronese
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Biografia
Pittore e scultore (Quinzano Veronese 1928-1999).
È stato allievo dei maestri Nardi, Trentini e Girelli. Fra un inizio legato al surrealismo, da giovanissimo, con una prima mostra nel 1947 e una maturità dove prevalgono la religiosità e un’apertura ai problemi sociali, Zangrandi costantemente usa la figura adattandone forma e forza espressiva alla sua poetica, nella rappresentazione di un’umanità legata ad un profondo senso della vita.
Gli strumenti sono diversi, dal calare la figura in un contesto – con madri, mogli, amanti, figli, contadini, lottatori, lavandaie – fino alla ricerca di particolari, di oggetti, di situazioni ed
elementi che si ricercano e si ripetono evocando collegamenti a un senso di intimità e di fratellanza, elementi che Zangrandi non nasconde e che cerca, che affina, rende essenziali e che si ripetono in opere diverse, come l’abbraccio nel “San Francesco e il lebbroso” e nei “Giocatori di bocce”, tre uomini ricoverati in un Ospedale psichiatrico che Zangrandi aveva preso, alla pari della Carità per il Santo, come modelli per una sofferenza non fine a se stessa, ma profondamente calata nell’amore per l’umanità; o gli occhi di “Gegia la gatta”
che sono quelli dei ritratti della moglie Nerea, o l’uso della figura nella “trasparenza” di Francesco, ancora in “San Francesco e il lebbroso”, che gli serve per mostrare la ferita al costato e riuscire a raffigurare Cristo come un lebbroso.
La figura è sempre centrale e si dilata, si carica ed è usata per veicolare il senso che l’umanità esprime: così, soprattutto nelle opere di Zangrandi che più colpiscono, se l’umanità soffre allora al dolore è consentito sovrastare e deformare la figura, nei torturati, crocefissi, prigionieri, fucilati e vittime innocenti.
Fra le sue grandi opere, a Quinzano Veronese realizzò una “Via Crucis” per la chiesa cimiteriale il “Monumento ai Caduti”, un trittico in mosaico. Lunghissima la sequenza delle sue esposizioni, soprattutto in Italia e in Francia. Le opere di Zangrandi sono apprezzate dalla critica, dai galleristi, dai collezionisti e si trovano nelle chiese nella città di Verona e in collezioni private italiane e straniere.
Presentazione critica