Biografia
Alessandro Zenatello nacque a Monteforte d’ Alpone il 7 dicembre 1891 e morì a Soave il 27 gennaio 1977. La mamma mancò subito dopo il parto e questo tragico evento ne segnò la personalità umana ed artistica.
Allievo di Alfredo Savini all’Accademia Cignaroli, è già presente, nel 1912 con un dipinto, alla Biennale di Venezia, evento che attirerà degli addetti ai lavori. Nel 1918 partecipa all’esposizione di Torino e nel 1921 a quella internazionale di Vienna.
Predilesse i temi offerti dalla vita contadina ossia il paesaggio aperto e sereno della campagna veneta popolato di oggetti e figure. Zenatello si ispirò alla Secessione viennese, ai macchiaioli toscani, alle espressioni del tardo Ottocento e soprattutto a Felice Casorati il quale fondò il gruppo dei «Pittori di Verona». Partecipò attivamente al «Movimento artistico letterario sociale Chiaro di luna», contro il manifesto di Marinetti «Uccidiamo il chiaro di luna», proclamandosi contrario ad ogni intellettualismo. Lavorò con ottimi risultati anche come decoratore di chiese. Partecipò a numerose rassegne in Italia ed all’ estero.
Presentazione critica
“La riscoperta di Alessandro Zenatello stupisce con i suoi quadri, contemporanei e anche antecedenti agli “Anni Venti” , pe r la ricchezza cromatica e la felicità pittorica dei suoi animali da cortile, in specie i tacchini dentro le grandi corti contadine.
ll suo gusto e la sua sapienza da lì uscivano poi nel paesaggio aperto, che Zenatello risolveva velocemente, con tagli sempre felici e altrettanto seccamente risolti dalla sua pennellata costruttiva, molto strutturata, e ancor più delineante la stabilità della visione in quella sintomatica della pittura diretta.
Era sembrato però che quella stagione fosse stata l’unica, nella pur lunga esistenza operosa dell’artista; mentre quadri di quella levatura Zenatello ne ha dipinto ancora, e per certi aspetti quelli firmati a tanti anni di distanza, e vicinissimo alla morte, hanno altresì una primaera espressiva tanto completa quanto commovente per il dono che continuano a trasmettere. Sì, la prima esplosione era stata strepitosa, pari ai
maggiori pittori di quel tempo a Verona, ma anche in seguito, a guardare bene, la carezza spontaneamente dipinta si torna ad ammirare nella fedeltà tematico – esecutiva diZenatello: col suo colore opaco ma pieno, con la “tache” esatta che ricorda da vicino la tecnica “macchiaiola” dei toscani, che dal secolo scorso erano arrivati fino al periodo formativo del veronese influenzandolo per sempre. Non a caso Matilde Sartorari, che proprio a Firenze aveva studiato col Ciani, in particolari punti ha usato un segno dello spazio dipinto per fermare in quel modo la luce, per darecorpo alla sua visione più mossa, più impressionata. Zenatello va diritto alla definizione del paesaggio o della composizione, e la sua maniera ricorda sia il muratore che l’architetto che danno corpo alla costruzione.
Riesce infatti a far risaltare la pianura e la collina, come insieme il primo piano che l’immagine a campo lungo, dove, specie nel decoro iniziale della Val d’lllasi, o delle colline vicinissime alla città, sa catturare i vincoli del luogo attraverso la sua creatività senza sbavature, senza nascondigli solo emotivi, senza adescamenti che la pittura non sappia immediatamente memorizzare nei suoi documenti reali”. (Alessandro Mozzambani )- [Catalogo della Mostra “PITTURA A VERONA 1900-1950”, Comune di Sona 1989]